martedì 30 luglio 2019

PENSIERO E AZIONE DI SESSO E AMORE


"Per anni si era sentito uno spostato, 
come se 
sulla faccia della terra 
non esistesse nessuno 
con cui allacciare un vero rapporto. 
Aveva spesso letto nei romanzi 
di relazioni che soddisfacevano in modo esaltante 
e questo lo deprimeva, 
perché in un certo senso questo significava 
che non sapeva essere all'altezza con nessuna donna, 
che non era capace di intessere 
una relazione che potesse essere paragonata 
a quelle che leggeva nei libri"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991

(titolo originale "The seven minutes", letteralmente "I sette minuti", 1969).



"I romanzi poi 
lo avevano portato a credere che 
ogni relazione con una donna 
dipendesse soprattutto dal sesso. 
Ora sapeva che 
quei libri dicevano il falso 
e lo avevano ingannato. 
Aveva intuito la verità 
sulle vere e false relazioni 
tra uomo e donna, 
nei suoi studi durante la preparazione del processo. 
E la notte precedente 
aveva sperimentato 
una relazione vera. 
Il processo gli aveva insegnato 
ciò che vi è di 
menzognero, ingannevole, illusorio 
nei romanzi pornografici, 
anche i migliori. 
Sorbì la sua bibita e ringraziò i suoi mentori.
Grazie al professor Ernest van den Haag, primo mentore, 
che ha smascherato il romanzo pornografico: 
<<Il sesso imperversa in un mondo vuoto 
poiché le persone usano i propri simili come anonimi contenitori o recipienti, 
privi di amore e di odio, di pensieri e di sentimenti, 
ridotti a pure sensazioni di piacere o di pena, 
che vivono in e per incessanti copule 
senza comprensione, conflittualità o legame affettivo>>.
[...] Questa era la frottola sull'uomo e la donna, la frottola smascherata. 
Deve essere necessariamente difesa. 
Ma non va mai creduta. 
La realtà, 
nella vita, nella letteratura, nella letteratura pulita, 
era qualcos'altro. 
Era, lo puntualizzava il professor Marcus, 
come la gente viveva insieme, 
come erano le loro emozioni e i loro mutevoli sentimenti, 
come erano le loro complesse motivazioni, 
le loro conflittualità nei riguardi l'uno dell'altra e all'interno di se stessi. 
La realtà era, come la vide Barzun, 
l'insieme di tenerezze, di esitazioni, di sensazioni e di fantasticherie dell'amore.

[...] La notte precedente, con Maggie Russell, Barrett  
aveva goduto e sofferto per la prima volta questa realtà 
nel reciproco rapporto con una donna. 
Era stato 
qualcosa di più dei due appuntiti dorsali e dell'ampia fenditura, 
qualcosa di più del suo pene eretto, 
e qualcosa di più delle meraviglie nascoste in quella fenditura. 
Erano state 
le ore trascorse a chiacchierare, 
la scoperta di cose in comune, 
le risate, il dolore, l'indignazione e la segreta consapevolezza 
che erano uniti, eccezionali, superiori al mondo, 
e che apprezzavano infinitamente la loro segreta unicità. 
Era stato 
il loro profondo desiderio 
di essere sempre più vicini, di toccarsi, amarsi, fondersi in un solo essere. 
Era stata 
la loro decisione simultanea, 
il loro fare l'amore senza dirsi una parola, 
l'uso del contraccettivo prima da parte di lei, 
il loro iniziale imbarazzo di fronte alla reciproca nudità, 
la sua cicatrice per l'appendicite, 
il suo desiderio di essere più magro prima di averla incontrata, 
la loro goffaggine, 
la sua difficoltà a penetrare, 
il suo grido iniziale non di estasi ma di pena, 
la loro vittoria nell'unione raggiunta, 
il borbottio del suo ventre 
e il pensiero fuggevole [...] nella sua mente 
prima del suo orgasmo precoce, 
le sue scuse, 
i baci di lei, 
il loro fitto sussurrare dopo, 
il tè coi biscotti preso insieme, 
e ancora il parlottio assonnato, 
il respiro ritmico di lei nel sonno, 
il sorprendersi a russare. 
Era 
tutto questo e molto di più"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991 
(titolo originale "The seven minutes", letteralmente "I sette minuti", 1969).



"C'era poi una certa esitazione 
a descrivere apertamente nel romanzo 
i vari atti sessuali. 
Ancora una volta Lawrence collaborò [...] a mostrarmene il modo, dicendomi 
[trattasi dello scrittore David Herbert Lawrence. 
Qui si fa riferimento a un suo saggio - "A Propos of Lady Chatterley's Lover", ovvero "A proposito de L'amante di Lady Chatterley- scritto per spiegare e difendere il proprio romanzo, vittima di censura e feroci polemiche, N.d.A.]
<<Voglio che gli uomini e le donne 
siano in grado di 
pensare al sesso 
con pienezza, senza chiusure, lealmente, in modo pulito. 
Anche se non riusciamo ad agire sessualmente in maniera soddisfacente, 
cerchiamo almeno di pensare sessualmente in modo completo e pulito. 
Tutte le chiacchiere sulle giovani e sulla verginità 
come un lenzuolo bianco su cui niente va scritto 
sono sciocchezze pure e semplici. 
I giovani e le giovani sono 
tutto un groviglio tormentato, 
un confuso fermento di sentimenti sensuali e di pensieri sessuali, 
che soltanto gli anni potranno districare. 
Solo anni di leali pensieri di sesso e anni di faticosa lotta in campo sessuale 
ci porteranno dove vogliamo arrivare, 
alla nostra vera e realizzata purezza, 
alla nostra completezza, 
quando, cioè, 
il nostro atto sessuale e il nostro pensiero sessuale 
saranno in armonia fra loro 
e l'uno non interferirà con l'altro>>"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991 
(titolo originale "The seven minutes", letteralmente "I sette minuti", 1969).

lunedì 22 luglio 2019

L'EROTISMO (a) LETTO

"Non ci sono libri osceni 
ma soltanto uomini osceni con menti oscene"

"molti autori possono denudare il corpo umano, 
ma pochi hanno l'audacia, il genio di 
mettere a nudo lo spirito umano"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991 (titolo originale "The seven minutes", letteralmente "I sette minuti", 1969).





"un editore francese una volta scrisse che la cosa più interessante riguardo all'erotismo non era che esistono trentadue posizioni del coito, ma piuttosto 
<<che cosa si agita 
nella testa delle persone, 
il modo in cui gli amanti reagiscono a vicenda>>"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991 (titolo originale "The seven minutes"letteralmente "I sette minuti", 1969).




"[...] l'idea di 
usare dei censori 
per impedire di 
pensare al sesso
è pericolosa. 
Una persona che 
non pensi al sesso 
è anormale.
Pensare al sesso 
può spingere 
a pratiche sessuali 
che possono migliorare 
i rapporti coniugali. 
Pensieri di sesso 
che rendono l'amore 
un sentimento affascinante
non possono certo 
essere messi fuori legge. 
[...] Impedire 
un'opera d'arte 
perché incoraggia a 
pensare al sesso
è una minaccia alla salute della collettività. 
[...] Sesso e oscenità non sono sinonimi. 
Materiale osceno
è quello che tratta il sesso
in modo da suscitare un interesse lascivo. 
La rappresentazione del sesso... 
in arte, in letteratura, in opere scientifiche
non è in se stessa una ragione sufficiente per
negare a quel materiale
la protezione costituzionale per la libertà di parola e di stampa.
Il sesso, questa grande energia motrice nella vita dell'individuo,
è stato indiscutibilmente
argomento di pregnante interesse per l'umanità in qualunque epoca
ed è uno dei problemi vitali che interessano e preoccupano da sempre la società"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991 
(titolo originale "The seven minutes", letteralmente "I sette minuti", 1969).




"Signore e signori della giuria, 
dal banco dei testimoni 
avete udito 
un famoso psichiatra, 
il dottor 
Yale Finegood, 
parlare degli 
innocui effetti 
della pornografia. 
L'effetto 
più sinistro 
di una lettura del genere 
- avete udito l'affermazione del teste, vero? - 
è che 
evoca fantasie nella mente del lettore. 
Riguardo a questo punto, 
due psicologi inglesi hanno domandato 
cosa vi sia di tanto sbagliato 
riguardo alle fantasie erotiche 
e alla diffusione di materiale - materiale anche scioccante - 
che alimenti le voglie della persona sessualmente immatura 
per quel tipo di fantasie. 
[...] Ciò che la difesa vuol dire è che 
il peggior risultato che possa derivare dalla lettura di un libro erotico 
potrebbe essere 
la masturbazione, 
un atto che non fa male a nessuno [...]
Vi è un certo paradosso, 
espresso succintamente da uno studioso di censura, Gershon Legman, 
che dice così: 
<<L'assassinio è un reato. Descriverlo non è un reato. 
Il sesso non è un reato. Descriverlo lo è>>"

Irving Wallace, "Sette lunghi minuti", Biblioteca Universale Rizzoli, 1991 
(titolo originale "The seven minutes", letteralmente "I sette minuti", 1969).

domenica 21 luglio 2019

LA VITA E' MEGLIO VIVERLA CHE LEGGERLA!

"L'immagine 
della mia piccola vita 
senza il giovane 
era come quella di 
una biblioteca 
con le porte chiuse a chiave 
o, 
più semplice e più terrificante, 
quella di 
un libro 
senza metà delle pagine"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014).  





"[...] lui 
le avventure 
preferisce viverle, 
non leggerle. 
Credo sia 
una cosa salutare. 
Una cosa 
bella" 

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014).  

sabato 20 luglio 2019

VIVERE (nel)LA BIBLIOTECA


"D'altronde se io e il giovane ci fossimo incontrati su un treno 
io forse mi sarei rammaricata 
perché non eravamo in una biblioteca 
(nella biblioteca di un'isola sei due volte sospeso a galla, 
circondato dall'acqua, circondato dai libri), 
in un rifugio 
che non arriva mai in ritardo o all'improvviso, 
che non parte mai lentamente per poi sparire alla vista. 
Luogo intimo e sicuro, 
la biblioteca è il contrario di un treno. 
E' stabile, 
e accoglie persone (ed eccezionalmente, bambini) 
che per lo più stanno immobili, 
accoglie persone che sognano, 
che si oppongono al viaggio anche mentre leggono di altri mondi"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014).


"Ma non avevo voglia di soffermarmi su quei pensieri 
e così dedicai le mie energie 
ad accogliere il pubblico della biblioteca, 
gli utenti che 
leggevano e lavoravano e passavano lì le loro giornate invernali. 
Erano 
i giovanissimi, 
i solitari, 
i vecchi, 
i colti, 
i pensatori e i sognatori, 
quelli propensi alle fughe dal reale 
e quelli impegnati ad apprendere un nuovo talento, 
quelli che non potevano permettersi il riscaldamento o un computer, 
quelli che anche potendo non avrebbero neppure pensato di acquistare un macchinario del genere,
presi com'erano 
a costruire case, a pescare, a cucire maglioni o piantare semi in un campo, 
quelli che andavano di fretta, 
per i quali ogni minuto significava soldi in meno, 
e quelli che avevano tutto il giorno da scialacquare, 
tutto il resto della vita, in realtà. 
La nostra isola è un paradiso per derelitti, 
un rifugio per individui segnati 
dalla fragilità, 
dalla vecchiaia 
o semplicemente da un incurabile amore per la bellezza. 
I boschi nascondono 
i fuggitivi, i muti, gli eremiti, i deviati, i guasti, i selvaggi. 
Mi occupai di ciascuno di loro con ugual passione e sincerità. 
[...] Volevo aiutare qualcuno, soddisfare un bisogno"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014).

domenica 14 luglio 2019

SULLA LETTURA


Sull'utilità della lettura

"Leggevo, più che mai. 
Andavo in biblioteche diverse (rispolverando un'altra vecchia abitudine), 
forse in cerca del testo che mi avrebbe spiegato cosa fare"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




"[...] quei romanzi 
erano come piccoli specchi che portavo con me nella borsa di tela. 
Potevo sempre aprirne uno, guardarlo e vedermici riflessa"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 



"Leggere dei problemi di altre persone può portare sollievo"  

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




"Dove ci si può immaginare che una bibliotecaria 
cerchi soluzione ai suoi problemi 
se non nei libri?"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




Sul gusto della lettura

"Ero una bibliotecaria, dopo tutto, miope, occhialuta, seduta a una scrivania, le gambe accavallate e la mente alla deriva, 
una donna che, a qualsiasi altra cosa, preferiva leggere.
Leggevo ogni volta che mi era possibile, 
tra gli scaffali del seminterrato mentre sorseggiavo il mio tè con tanto latte, 
o a uno dei tavoli da picnic mentre sgranocchiavo forse troppo rumorosamente alghe ai semi di sesamo o noci tostate con salsa di soia. 
Con la pioggia o sotto il sole, aprivo un libro 
durante i dieci minuti di cammino dalla biblioteca a casa. 
Se ero ancora sveglia quando finalmente la mia piccola Maria si addormentava allora leggevo 
e se, per un misto di fortuna e grande impegno, mi svegliavo prima di lei 
e potevo alzarmi dal letto senza che se ne accorgesse 
strisciavo direttamente dai miei libri. 
Leggevo sulla veranda dell'asilo nido dove Maria passava le mattinate dei giorni lavorativi, 
quattro delle quali le trascorrevo in biblioteca 
e una, preziosa (il venerdì), sul pavimento, in varie posizioni fetali, 
a leggere"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




"Vagavo tra gli scaffali di queste biblioteche a me estranee 
senza una meta in particolare, 
a volte lasciandomi guidare da una lettera dell'alfabeto, 
a volte da un argomento 
come la materia oscura oppure la cucina francese. 
C'erano giorni in cui sceglievo un libro 
perché mi piaceva o non mi piaceva la copertina, 
o perché mi piaceva o non mi piaceva il nome dell'autore. 
Altri giorni andavo dritto verso un titolo a me caro 
e prendevo quello a destra o a sinistra. 
I libri non sono così diversi dalle persone. 
Spesso il tizio dall'altra parte della stanza che ha incrociato il tuo sguardo andrebbe tralasciato 
in favore di 
quello più tranquillo e meno carismatico che gli sta accanto. 
Inoltre se hai delle bramosie per uno sconosciuto 
forse in realtà desideri qualcuno che gli è invisibilmente connesso"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




Sulla difficoltà della lettura

"Quando ero sveglia 
mi sentivo troppo stanca per leggere, 
i muscoli delle braccia troppo deboli per reggere un libro, 
la mente o troppo frenetica o troppo fragile per seguire una riga di testo" 

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014).