giovedì 14 maggio 2020

AUTOSTIMA AL MASCHILE - Parte seconda


"Tutte le storie sono storie d'amore"

Robert McLiam Wilson, "Eureka Street", Fazi Editore, 1999, incipit 
(titolo originale "Eureka Street", 1996).




"Mi sentivo solo quella sera, senza una donna. 
In realtà non era al sesso che pensavo, 
ma a una colazione a due, 
a una mano che mi accarezzasse la schiena nel buio, 
ai capelli di una donna sul cuscino. 
Mi mancavano i piccoli segni della presenza di una compagna. 
[...] Ci sono delle notti in cui ti rendi conto 
di avere ormai trent'anni e la tua vita ti sembra ormai agli sgoccioli. 
E pensi che non riuscirai mai a concludere niente e che nessuno ti bacerà mai più"

Robert McLiam Wilson, "Eureka Street", Fazi Editore, 1999 
(titolo originale "Eureka Street", 1996).




"E quando la mia pelle sfiorò la sua, 
decisi che per un po' avrei cancellato ogni pensiero suicida, 
che la vita doveva per forza essere bella e gradevole 
se esisteva una ragazza come lei. 
E quando mi accarezzò, 
la sua carezza arrivò in profondità, giù, giù, dentro di me"

Robert McLiam Wilson, "Eureka Street", Fazi Editore, 1999 
(titolo originale "Eureka Street", 1996).




"Cosa volevo? 
Volevo sentire la sua mano sul mio viso, 
vedere la sua testa china su di me, 
sentire le sue labbra sulle mie. 
Volevo udire le parole 
che avrebbero fatto fare capriole al mio cuore e arrossire le mie guance"

Robert McLiam Wilson, "Eureka Street", Fazi Editore, 1999 
(titolo originale "Eureka Street", 1996).




"Qualche giorno più tardi Chuckie Lurgan 
era un uomo nuovo, rinnovato dall'amore per Max, 
e camminava per strada per la prima volta nella propria vita. 
Sì, quando non era con Max, 
pensava a lei, desiderava vederla e ascoltare la sua voce, 
per tutta una serie di ragioni che non gli era facile spiegare: 
aveva bisogno di lei come quando si desidera bere o fumare. 
Quando invece erano insieme, 
non era necessario che facessero niente di speciale 
perché tutto fosse speciale: 
non dovevano per forza fare l'amore o andare da qualche parte. 
Un'ora in silenzio accanto a lei era già un'esperienza meravigliosa"

Robert McLiam Wilson, "Eureka Street", Fazi Editore, 1999 
(titolo originale "Eureka Street", 1996).




"Quasi mi dispiaceva per Rachel. 
Non meritava me e tutto il mio dolore, 
ma non volevo che smettesse di parlarmi, 
non volevo che se ne andasse. 
Dopo Sarah, Mary, Aoirghe e le altre, 
la mia autostima stava attraversando un periodo nero: 
la poca considerazione che avevano dimostrato di nutrire per me 
l'aveva tragicamente compromessa. 
Una tale unanimità era convincente. 
Ero molto vulnerabile: 
se Rachel fosse stata troppo gentile, 
    le avrei leccato la mano scodinzolando"

Robert McLiam Wilson, "Eureka Street", Fazi Editore, 1999 
(titolo originale "Eureka Street", 1996).

mercoledì 13 maggio 2020

LETTO & PARLATO

"Poi mi chiede: 
<<E che fa Adam quando non scala i muri?>>.
Le rispondo: <<Leggo!>>.
Si parla spesso dell'incanto dei libri. Non si dice abbastanza che è duplice. C'è l'incanto di leggerli 
e c'è quello di parlarne. 
Tutto il fascino [...] sta nel fatto che 
si leggono le storie narrate 
sognando 
altri libri ancora, inventati, fantasmagorici. 
E nello spazio di alcune pagine 
si hanno i due incanti insieme. 
Spesso, nella mia vita, 
ho potuto sperimentare questa virtù dei libri. 
Ma è stato quel giorno che l'ho scoperta. 
Sei con una estranea che ti chiede che cosa tu stia leggendo,
oppure sei tu a chiederglielo, 
e se appartenete entrambi all'universo di coloro che leggono, 
siete già sul punto di entrare, mano nella mano, in un eden condiviso. 
Dato che un libro ne richiama un altro, 
conoscerete insieme prodezze, emozioni, miti, idee, stili, aspirazioni. 
In risposta al mio <<Leggo!>>, 
la signora che mi tratteneva in casa sua non mi ha chiesto vagamente 
che cosa leggessi di solito, domanda senza conseguenze, 
ma nella lettura di quale libro fossi immerso quel giorno. 
Si trattava, me ne ricordo, di un romanzo di avventure intitolato <<Il prigioniero di Zenda>>. 
Lei leggeva il libro dell'archeologo tedesco Schliemann, lo scopritore del sito della città di Troia.
Non avevamo proprio le stesse letture, 
ma lei si è presa il tempo necessario per interrogarmi sul mio libro, 
mi ha parlato a lungo del suo 
e abbiamo scoperto alcune affinità fra le opere. 
Poi la signora mi ha suggerito che ce le scambiassimo, 
una volta finito di leggerle. 
Da quel momento in poi, ogni volta che sceglievo un libro, 
pensavo prima a lei. 
Si appassionava per la storia, l'archeologia e le biografie. 
Io leggevo soprattutto fumetti e romanzi di spionaggio, 
che consumavo senza ritegno come le mie bibite gassate. 
Grazie alla Hanum [appellativo utilizzato in epoca ottomana per rivolgersi educatamente a una signora, N.d.A.], che non avrebbe apprezzato che l'andassi a trovare con il trentesimo episodio delle avventure di questo o quell'agente segreto, avevo dovuto cominciare ad allargare i miei interessi. Volevo far colpo su di lei, 
o perlomeno meritare la sua stima. 
Per questo dovevo farle scoprire dei libri che non conosceva. 
Non so se le abbia fatto scoprire granché; 
per contro, ho imparato moltissimo grazie a lei. 
[...] Quell'estate, e le due seguenti, mi sono recato da lei molto spesso, 
talvolta tre o quattro giorni di fila. 
Parlavamo molto, del più e del meno, 
ma ci capitava anche di sederci ciascuno nel proprio angolo 
per leggere i nostri libri in silenzio"

Amin Maalouf, "I disorientati", Bompiani, 2013
(titolo originale "Les désorientés"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2012).




"La mattina dopo andai da Antoine e mi autoinvitai a casa sua, 
dovevamo parlare di libri. 
<<Di libri?>>. 
Annuii, <<Va bene per giovedì?>>. 
Da quel giorno, 
per un paio di giovedì al mese fino alla fine del liceo 
io e Antoine Lorraine 
avremmo confabulato 
di romanzi e delle parole che potevano cambiare la sorte. 
Il meccanismo era infallibile: 
Marie [la bibliotecaria, N.d.A.] mi consigliava due titoli, 
io li prendevo in prestito 
e ne passavo uno ad Antoine. 
Poi ce li scambiavamo, 
e a fine lettura ci incontravamo per la discussione"

Marco Missiroli, "Atti osceni in luogo privato", Feltrinelli, 2015.

venerdì 8 maggio 2020

AUTOSTIMA AL MASCHILE


"[...] un giovane ha tanta stima di sé 
quanto è il favore di cui gode presso il bel sesso"

Jan Potocki, "Avadoro, Histoire espagnole" 
(ovvero "Avadoro, storia spagnola"), 
Parigi, 1813.