Pino e Marisa Masciari |
"A: Angelino Alfano, Ministro dell'Interno
Non si abbandoni chi lotta contro la criminalità organizzata
Il nome di mio marito è Pino Masciari. Dal 1997 al 2010 è stato sottoposto al
programma speciale di protezione previsto per i testimoni e attualmente è sotto
scorta, insieme a tutta la nostra famiglia, per aver denunciato e fatto
condannare con le sue dichiarazioni decine di capi e gregari di importanti
famiglie della ‘ndrangheta.
Nel 1988 mio marito cominciò a lavorare nell'impresa edile di suo padre, il
quale si era già rivolto alle Forze dell'Ordine per riferire sulle pressioni e
le estorsioni che la 'ndrangheta esercitava sul loro lavoro. Da subito Pino si
ribellò alle pretese dell'organizzazione a delinquere, vedendo così le prime
ripercussioni sull'azienda e ostruzionismi di varia natura, come furti,
incendi, danneggiamenti e minacce.
Alcuni malavitosi avvicinarono uno dei suoi fratelli e gli spararono alle
gambe.
Nel 1994 Pino fu costretto a licenziare tutti i suoi operai e a denunciare
presso le forze dell'ordine quanto stava subendo.
Dopo numerose perdite economiche, le banche smisero di prestarci denaro e Pino
fu costretto a ricorrere agli usurai per ottenere quella liquidità che veniva
meno dai mancati pagamenti dei lavori già realizzati dalla ditta.
Nell'ottobre del 1996 il Giudice Patrizia Pasquin dichiarò la ditta
"Masciari Costruzioni" fallita.
La Distrettuale Antimafia di Catanzaro, la Commissione Parlamentare Antimafia,
le diverse Sentenze dei Tribunali, lo stesso Ministero dell’Interno con la
Commissione Centrale ex art. 10 L.82/91, presero atto che il fallimento
dell’impresa era la conseguenza della sua ribellione al sistema criminale del
potere ‘ndranghetistico, per cui la Commissione Centrale del Ministero
dell’Interno assunse con delibera l’onere del pagamento della procedura
fallimentare e di tutto ciò che ne derivava.
Io, mio marito e i miei figli dal 17 ottobre 1997 abbiamo dovuto abbandonare
per il grave ed imminente pericolo di vita la nostra terra, la Calabria, le
nostre attività di imprenditore e di medico odontoiatra, le nostre famiglie
e vivere per 13 lunghi anni in località protetta.
Per denunciare la criminalità, mio marito ha abbandonato la sua attività di
imprenditore e tutta la nostra famiglia ha dovuto abbandonare la propria terra.
Ora siamo costretti a pagare una pendenza relativa al fallimento dell'impresa,
eppure il fallimento è conseguenza alla ribellione contro il potere
'ndranghetista.
Le Istituzioni preposte non intervengono barricandosi dietro questioni formali,
e presto saremo costretti a vendere la casa.
Ministro, è così che si protegge un imprenditore che ha dato un importante
contributo alla lotta contro la criminalità organizzata?
Non chiedo nulla di nuovo, ma solo che venga portato a termine l’impegno che la
Commissione Centrale ha assunto con determinazione nelle sue delibere
coordinando la chiusura fallimentare.
Chiedo che la pendenza relativa al fallimento dell'impresa di mio marito venga
estinta dallo Stato, come ci era stato assicurato da precedenti sentenze.
Cordiali saluti,
Marisa Salerno Masciari".
Io ho firmato il suddetto appello lanciato dalla moglie di Pino Masciari.
Per firmare anche tu, clicca qui.
Il bellissimo libro di Pino e Marisa Masciari (2010) |