DELFINI (e) GARIBALDINI
"Mentre il Piemonte correva a briglia sciolta,
senza che paresse rincrescere a Garibaldi
che il Lombardo restasse indietro più del solito
[il Piemonte e il Lombardo sono i due piroscafi su cui si imbarcarono i Mille nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, N.d.A.],
una frotta di delfini venne a saltabeccare intorno a noi,
con infinita contentezza dei volontari, che, nella massima parte,
vedevano per la prima volta quelli strani animali,
e godevano nel farli bersaglio alle gallette
e a quant'altra roba capitasse loro per le mani.
Il generale si divertiva assai nel vedere la gioia di quei curiosi,
che stavano a bocca aperta a godersi i salti della greggia di Nettuno,
quando io,
vedendo il cielo farsi sempre più scuro,
e accavallarsi sempre più grossi e torbidi i nuvoloni sull'orizzonte,
gli dissi:
<<Guardi, generale:
... i delfini fanno segno
Ai marinar coll'arco della schiena
Ché s'argomentin di campar lor legno>>
[citazione tratta dal canto XXII dell'Inferno di Dante, vv. 19-21:
"con l'arco della schiena i delfini segnalano ai marinai
che si adoperino per salvare la loro imbarcazione".
Secondo un'antica credenza marinaresca, infatti, l'avvicinamento dei delfini alle navi preannunciava l'arrivo di una tempesta, N.d.A.].
<<Sì, è vero>> rispose il generale
<<però, Dante questa volta non dà nel segno,
perché non è così vicino il cattivo tempo come voi lo volete.
Domani vedrete che avremo tempo buono>>.
Intanto i nuvoloni s'addensavano sempre più folti, e s'avviciniva la notte.
[...]
Navigammo tranquilli tutto il resto della notte,
avvicinandoci alle coste africane e precisamente al Capo Bon,
a distanza di una trentina di miglia.
Non sapemmo dove si andava,
e molto meno ci accorgemmo che,
dopo aver fatto punta verso il Capo Bon,
girammo largo per accostarci dritti dritti alla Sicilia.
L'aurora di quel memorando giorno che fu l'undecimo di maggio
sorse raggiante e serena.
Il generale avea ben detto, nel giorno innanzi,
che i delfini ci porterebbero buon tempo e non tempesta.
Ed io, nel dargli il buon giorno, esclamai:
<<Generale, avete fatto bugiardi Dante e delfini>>.
<<Così sien bugiardi>> rispose <<anche coloro che ci vogliono male>>"
Giuseppe Bandi, "I Mille. Da Genova a Capua",
1886 (sul Messaggero di Roma e sul Telegrafo di Livorno) e 1902 (in volume, Salani).
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