PER SOGNARE UNA REALTA' MIGLIORE
"Quando Aai non c'era,
[Mukta, N.d.A.] prendeva a prestito i libri dai nostri scaffali
e io [Tara, N.d.A.] le portavo quelli della biblioteca scolastica.
Mi sono sempre chiesta cosa ci trovasse.
Una volta le ho persino domandato:
<<Cosa ricavi ad ogni modo da quei libri?>>.
Lei ha chiuso il volume che stava leggendo,
ha riflettuto per un po' e ha risposto:
<<Sono migliori del mondo in cui viviamo>>.
[...]
Un giorno, camminando in un corridoio silenzioso dopo lezione,
mi sono imbattuta
in quello che credevo fosse il luogo più tranquillo della Terra.
Ho sbirciato dentro vedendo file e file di libri;
la signora al banco
ha alzato lo sguardo da un volume che stava leggendo,
si è sistemata gli occhiali
e mi ha sorriso.
Ho capito d'essere
in un luogo che avrebbe potuto darmi qualche risposta.
Mi sono avvicinata a uno scaffale e ho preso un libro.
[...]
Arrivata a diciotto anni e quasi alla fine delle superiori,
avevo imparato a fuggire dai ricordi
immergendomi nella lettura.
Leggevo Eudora Welty, Patti Smith, Mark Twain, Jane Austen, le opere di Rumi
e concordavo con quello che Mukta mi aveva detto un tempo:
sono migliori del mondo in cui viviamo.
A Elisa non piaceva che la biblioteca fosse diventata il mio rifugio.
Veniva là a gironzolarmi attorno,
a dirmi che dovevamo fare qualcosa di più interessante nella vita.
Escogitava idee e me le elencava una dopo l'altra
finché le persone attorno a noi la zittivano.
<<Hai diciott'anni. Dovresti essere fuori con un ragazzo, guardarlo negli occhi. Cosa ci troverai mai in quei maledetti libri>>
mi ha bisbigliato un pomeriggio
sbirciando al di sopra della mia spalla il volume che tenevo in mano.
Ho sogghignato.
<<Sai, anni fa ho fatto la stessa domanda a una persona>>
ho replicato. <<Forse sto solo cercando di trovare la risposta>>.
[...]
[Tara, N.d.A] mi ha raccontato
quanto fosse a pezzi suo papà
quando erano andati ad abitare negli Stati Uniti,
come anche le persone cordiali le sembrassero estranee.
<<E' stato allora che mi sono messa a leggere libri
e ho scoperto che avevi ragione>>.
<<Avevo ragione?>>.
<<Sì, i libri sono migliori del mondo in cui viviamo>>.
Ho sorriso al ricordo.
Era passato molto tempo
da quando avevo preso in mano un libro e l'avevo condiviso con lei.
<<Forse dovrei prendere un libro in biblioteca,
qualcosa che vorresti leggere>> ha suggerito"
Amita Trasi, "Il colore del nostro cielo", Giunti, 2018
(titolo originale "The Color of our Sky",
letteralmente così come tradotto
nell'edizione italiana, 2015).
"A volte raccontavo favole
alle ragazze più piccole,
cose che avevo letto,
e loro mi ascoltavano rapite.
Raccontavo loro
le storie d'amore
di Nala e Damayanti,
di Krishna e Radha,
tutti racconti
che avevo letto nei libri
che Tara mi prendeva in biblioteca.
Ricordo come ridevano le bambine con il volto dipinto.
Speravo che quelle storie le cullassero la notte;
in fondo aspettavamo tutte
che l'amore
raccontato in quelle storie
diventasse una realtà per noi"
Amita Trasi, "Il colore del nostro cielo", Giunti, 2018
(titolo originale "The Color of our Sky",
letteralmente così come tradotto
nell'edizione italiana, 2015).
"Grazie
per aver letto questo libro
e aver condiviso il vostro tempo con Tara e Mukta
[le protagoniste del romanzo, N.d.A.].
Se vi è piaciuto,
non scordatevi di parlarne
in modo che
anche per altri possa diventare una tappa del loro viaggio di lettura"
Amita Trasi, "Il colore del nostro cielo", Giunti, 2018,
nota dell'autrice datata 27 febbraio 2015
nota dell'autrice datata 27 febbraio 2015
(titolo originale "The Color of our Sky",
letteralmente così come tradotto
nell'edizione italiana, 2015).
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