IN UNA SOCIETA' SEMPRE PIU' UGUALMENTE PIANEGGIANTE
"A misura che
le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di
corridori, saltatori, calderai, malversatori, truffatori, aviatori e nuotatori,
invece di professori, critici, dotti e artisti,
naturalmente
il termine "intellettuale" divenne la parolaccia che meritava di diventare.
Si teme sempre ciò che non ci è familiare.
Chi di noi non ha avuto in classe, da ragazzini, il solito primo della classe,
il ragazzo dalla intelligenza superiore,
che sapeva sempre rispondere alle domande più astruse
mentre gli altri restavano seduti come tanti idoli di legno,
odiandolo con tutta l'anima?
Non era sempre questo ragazzino superiore che
sceglievi per le scazzottature e i tormenti del doposcuola?
Per forza!
Noi dobbiamo essere tutti uguali.
Non è che ognuno nasca libero e uguale,
come dice la Costituzione,
ma ognuno vien fatto uguale.
Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro;
dopo di che tutti sono felici,
perché
non ci sono montagne che ci scoraggino con la loro altezza da superare,
non montagne sullo sfondo delle quali si debba misurare la nostra statura!
Ecco perché un libro è un fucile carico,
nella casa del tuo vicino.
Diamolo alle fiamme!
Rendiamo inutile l'arma.
Castriamo la mente dell'uomo.
Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell'uomo istruito?
Cosicché,
quando le case cominciarono a essere costruite a prova di fuoco,
non c'è più stato bisogno di vigili del fuoco, dei pompieri,
che spegnevano gli incendi coi loro getti d'acqua.
Furono assegnati loro i nuovi compiti,
li si designò
custodi della nostra pace spirituale,
il fulcro
della nostra comprensibile e giustissima paura di apparire inferiori;
censori, giudici, esecutori"
Ray Bradbury, "Fahrenheit 451", Mondadori, 1966,
già pubblicato da Martello Editore nel 1956 con il titolo "Gli anni della Fenice"
(titolo originale "The Fireman", letteralmente "Il pompiere", febbraio 1951, sulla rivista di fantascienza "Galaxy Science Fiction"; "Fahrenheit 451", 1953, in volume).
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