martedì 9 giugno 2015

INTRAPRENDERE LE BATTAGLIE PER
GLI INTERESSI COMUNI (e non personali), RIMANENDO ONESTI

Marcello Torre (1932-1980)
"Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1980, il terremoto colpisce la Campania e la Basilicata, causando 2.735 morti, oltre 8.850 feriti e gravissimi danni, compresa la distruzione di molti centri abitati.
Per coprire le necessità scaturite dall'emergenza e per far fronte agli impegni della ricostruzione e dello sviluppo, sono stanziati complessivamente più di 50.000 miliardi [di lire, N.d.A.], per la massima parte (44.620 miliardi) proveniente da fondi a carico del bilancio statale e per altra parte (5.980 miliardi) proveniente da elargizioni di soggetti, pubblici e privati, nazionali ed esteri.
La gestione dei finanziamenti pubblici è stata affidata ad un impianto legislativo tutto improntato alla eccezionalità e all'urgenza. La legislazione speciale prevede ampie deroghe ai procedimenti di spesa; estese deleghe di poteri pubblici a soggetti privati; la caduta dell'intero sistema dei controlli; la moltiplicazione dei centri di spesa; il sovrapporsi di competenze attribuite a soggetti portatori di interessi diversi.
In questi caratteri risiede una delle principali ragioni che ha oggettivamente favorito la penetrazione della criminalità organizzata nel gigantesco affare.
[...] Non di rado la camorra si è fatta garante del successo elettorale degli amministratori collusi; ha spesso inoltre assicurato la stabilità politica per far procedere senza intralci l'operazione economica intrapresa.
Laddove, poi, sindaci ed amministratori comunali non si sono piegati alla logica della collusione, la camorra non si è fatta scrupolo di usare la violenza.
E' il caso dell'omicidio, avvenuto l'11 dicembre 1980, del sindaco di Pagani, Marcello Torre, colpevole di non aver favorito il sodalizio criminale nell'affidamento di appalti per la rimozione delle macerie.
Si tratta di una esecuzione avvenuta a pochissimi giorni dal sisma, che costituisce anche un <<segnale>> nei confronti degli amministratori degli enti locali, ai quali vengono indicate le <<procedure>> che saranno seguite in caso di non assoggettamento o di dissenso.
Alcuni mesi prima dell'omicidio organi di polizia erano stati informati confidenzialmente che l'avvocato Torre era esposto al rischio di aggressioni armate. Tale notizia confidenziale non venne ritenuta affidabile, nè vennero presi in considerazione i timori per la propria vita espressi dalla vittima al dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Nocera Inferiore dopo la sua elezione a sindaco [in occasione delle elezioni comunali a Pagani del giugno 1980, Marcello Torre si candida nella lista della Democrazia Cristiana come indipendente. Il 7 luglio viene eletto sindaco, N.d.A.].
Non si ritenne di tutelare l'avvocato Torre neanche quando manifestò con nettezza il suo impegno a combattere ogni ingerenza camorristica nella gestione del comune.
[...] Gli imputati indicati dai pentiti come autori materiali del delitto sono stati tutti assolti"

"Relazione sulla camorra" (Relatore: Luciano Violante), approvata nella seduta del 21 dicembre 1993 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari.




Marcello Torre
"A Marcello Torre volevo bene.
Gli volevo bene perchè - in un mondo di uomini e non di eroi - aveva fatto il possibile per rimanere una persona pulita, onesta [...]
E non era il democristiano che vuole coprirsi nel momento dello scandalo, quelli li conosciamo bene.
Era l'uomo scosso nella sua moralità che si ribellava.
A Pagani ieri c'era chi diceva perfino che Torre è stato ucciso perchè si era <<compromesso>>.
La verità è che lo hanno ucciso perchè non ha voluto compromettersi con i corruttori della vita pubblica, perchè diceva [...] che, nonostante la maggioranza assoluta dc, voleva comunisti e socialisti in giunta al Comune, altrimenti non ce l'avrebbe fatta mai a frenare le mire di chi si è già lanciato sui finanziamenti del dopo-terremoto.
Lo hanno ucciso per questo.
[...] Lo hanno ucciso perchè non voleva che i soliti clan allungassero le mani sui soldi della solidarietà nazionale, sui fondi che dovevano servire per la ricostruzione, perchè voleva che si ricostruisse onestamente.
Mi aveva illustrato questo suo progetto di un <<governo degli onesti>>.
Ma si illudeva di poter domare i serpenti e gliel'ho anche detto: <<Stai seduto su un barile di polvere da sparo>>.
Mi è sembrato colpito, ma incredulo.
Era convinto che poteva farcela.
[...] <<Tu mi conosci, lo sai che sono una persona perbene. Datemi tempo voi comunisti, non mi stringete troppo. Altrimenti mi uccideranno [...]. Non capite. Già per quello che ho detto finora nella DC mi stanno facendo fuori>>.
Ho creduto che si parlasse di lotta politica, ho creduto che si sarebbero accontentati di farlo dimettere, di cacciarlo a casa [...]
Ho pensato per la verità anche che rischiava la vita, ma non subito: fra qualche mese, quando si sarebbe spenta la luce dei riflettori, dei giornali, degli inviati nell'Agro Nocerino, allora gliela avrebbero fatta pagare.
Invece no.
Hanno deciso che non doveva parlare più, subito"

Rocco Di Blasi, editoriale intitolato "Storia di un amico-nemico del clan dell'on. D'Arezzo" e pubblicato su "l'Unità" del 12 dicembre 1980.


L'avvocato Marcello Torre


"Sindaco del Comune di Pagani e professionista di elevate qualità umane, civili e politiche, coraggiosamente impegnato ad affrontare le vaste e difficili problematiche connesse all'opera di ricostruzione del dopo terremoto, veniva barbaramente assassinato in un vile agguato camorristico. Preclaro esempio di impegno civile e di rigore morale fondato sui più alti valori di cristiana solidarietà, di libertà e di legalità. 11 dicembre 1980 - Pagani (SA)"

Motivazione del conferimento all'avvocato Marcello Torre della medaglia d'oro al merito civile, conferita alla memoria il 15 novembre 2007.




Marcello Torre con la famiglia
"Per mia moglie e i miei figli.
Carissimi, 
ho intrapreso una battaglia politica assai difficile. 
Temo per la mia vita. 
Ho parlato al dott. Ingala [commissario della Polizia di Stato di Nocera Inferiore, N.d.A.]
Conoscete i valori della mia precedente esperienza politica. 
Torno nella lotta soltanto per un nuovo progetto di vita a Pagani. 
Non ho alcun interesse personale. 
Sogno una Pagani civile e libera. 
Ponete a disposizione degli inquirenti tutto il mio studio. Non ho niente da nascondere. 
Siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile. 
Rispettatevi ed amatevi. 
Non debbo dirvi altro. 
Conoscete i miei desideri per il vostro avvenire. Lucia [la moglie, N.d.A.] serena, Peppino ed Annamaria [i figli, N.d.A.] <<laureati>>. Corretti, tolleranti e aperti all'esistenza. Con una famiglia sana e tranquilla. 
Quanti mi hanno esposto al sacrificio siano sempre vicini alla mia famiglia. 
Vi abbraccio forte al cuore.
Un pensiero ai miei fratelli, alle zie e a tutti i miei cari... 
Marcello"

Marcello Torre, lettera scritta il 30 maggio 1980 (in piena campagna elettorale) e consegnata tre giorni dopo all'amico magistrato Domenico Santacroce.




Marcello Torre è morto e continuerà ad esserlo se noi non ne facciamo vivere le passioni e gli ideali nelle nostre piccole e grandi esperienze.
Sfrattiamo dalle nostre menti l'indifferenza.
Scacciamo l'ignavia dai nostri cuori.
Impegniamoci, dunque!
Facciamo vivere Marcello attraverso le nostre azioni, le nostre parole e i nostri pensieri quotidiani.
Dimostriamo concretamente e senza ipocrisie che lui vive - davvero - con noi e dentro di noi.
Facciamone memoria piena, autentica, pratica.
Evitiamo di mettere in atto la solita, stucchevole, retorica messa in scena utile solo a farci credere - illusi - che la nostra coscienza sia a posto.
Come oggi è il giorno in cui un bimbo di nome Marcello è sbocciato alla vita, così il testamento morale che questi ci ha lasciato sbocci nella mente e nel cuore di ognuno di noi.
Già, perchè adesso tocca a noi.
Soltanto a noi.

Nessun commento:

Posta un commento