domenica 14 luglio 2019

SULLA LETTURA


Sull'utilità della lettura

"Leggevo, più che mai. 
Andavo in biblioteche diverse (rispolverando un'altra vecchia abitudine), 
forse in cerca del testo che mi avrebbe spiegato cosa fare"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




"[...] quei romanzi 
erano come piccoli specchi che portavo con me nella borsa di tela. 
Potevo sempre aprirne uno, guardarlo e vedermici riflessa"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 



"Leggere dei problemi di altre persone può portare sollievo"  

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




"Dove ci si può immaginare che una bibliotecaria 
cerchi soluzione ai suoi problemi 
se non nei libri?"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




Sul gusto della lettura

"Ero una bibliotecaria, dopo tutto, miope, occhialuta, seduta a una scrivania, le gambe accavallate e la mente alla deriva, 
una donna che, a qualsiasi altra cosa, preferiva leggere.
Leggevo ogni volta che mi era possibile, 
tra gli scaffali del seminterrato mentre sorseggiavo il mio tè con tanto latte, 
o a uno dei tavoli da picnic mentre sgranocchiavo forse troppo rumorosamente alghe ai semi di sesamo o noci tostate con salsa di soia. 
Con la pioggia o sotto il sole, aprivo un libro 
durante i dieci minuti di cammino dalla biblioteca a casa. 
Se ero ancora sveglia quando finalmente la mia piccola Maria si addormentava allora leggevo 
e se, per un misto di fortuna e grande impegno, mi svegliavo prima di lei 
e potevo alzarmi dal letto senza che se ne accorgesse 
strisciavo direttamente dai miei libri. 
Leggevo sulla veranda dell'asilo nido dove Maria passava le mattinate dei giorni lavorativi, 
quattro delle quali le trascorrevo in biblioteca 
e una, preziosa (il venerdì), sul pavimento, in varie posizioni fetali, 
a leggere"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




"Vagavo tra gli scaffali di queste biblioteche a me estranee 
senza una meta in particolare, 
a volte lasciandomi guidare da una lettera dell'alfabeto, 
a volte da un argomento 
come la materia oscura oppure la cucina francese. 
C'erano giorni in cui sceglievo un libro 
perché mi piaceva o non mi piaceva la copertina, 
o perché mi piaceva o non mi piaceva il nome dell'autore. 
Altri giorni andavo dritto verso un titolo a me caro 
e prendevo quello a destra o a sinistra. 
I libri non sono così diversi dalle persone. 
Spesso il tizio dall'altra parte della stanza che ha incrociato il tuo sguardo andrebbe tralasciato 
in favore di 
quello più tranquillo e meno carismatico che gli sta accanto. 
Inoltre se hai delle bramosie per uno sconosciuto 
forse in realtà desideri qualcuno che gli è invisibilmente connesso"

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014). 




Sulla difficoltà della lettura

"Quando ero sveglia 
mi sentivo troppo stanca per leggere, 
i muscoli delle braccia troppo deboli per reggere un libro, 
la mente o troppo frenetica o troppo fragile per seguire una riga di testo" 

Jennifer Tseng, "Mayumi e il mare della felicità", edizioni e/o, 2016 
(titolo originale "Mayumi and the Sea of Happiness"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2014).

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