Corrado Alvaro (1895-1956) |
Anno 1959, 55 anni fa.
La casa editrice Bompiani pubblica gli inediti appunti di lavoro lasciati da Corrado Alvaro, deceduto poco più di tre anni prima.
Si tratta di impressioni, ricordi, giudizi, spunti, osservazioni e riflessioni riportate dallo scrittore e giornalista calabrese in alcuni quaderni.
Annotazioni saltuarie, scritte (quasi sempre) a matita, come materiale preparatorio per lavori futuri.
Un vero e proprio zibaldone, chiamato "Ultimo diario (1948-1956)" dall'editore Bompiani per l’impossibilità di sapere quale fra i titoli progettati avrebbe scelto l'autore (che dunque aveva intenzione di pubblicare l'opera).
Esso costituisce la prosecuzione del diario di Alvaro riguardante gli anni dal 1927 al 1947 (pubblicato nel 1950 con il titolo "Quasi una vita"), una specie di "seconda parte" che va dal 1948 a pochi giorni prima della morte dello scrittore (giugno 1956).
Una delle riflessioni scritte nel 1948 è davvero interessante, soprattutto per la sua straordinaria attualità:
"La disperazione più grave che possa impadronirsi d'una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile".
Anno 2014, 7 mesi fa.
Nel "Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza pubblica" approvato dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti il 27 maggio scorso, i giudici contabili scrivono:
"L’evasione
fiscale continua ad essere per il nostro Paese un problema di straordinaria
gravità, tra le prime cause, se non la principale, delle difficoltà del sistema
produttivo, dell’elevato costo del lavoro, dello squilibrio dei conti pubblici,
del malessere sociale esistente. Il confronto internazionale […], riferito al
più ampio fenomeno dell’economia sommersa, vede l’Italia ai vertici quanto a
dimensioni del fenomeno: il 21,1 per cento del Pil nel 2013, nonostante la
lieve flessione registrata nel corso degli anni più recenti; un livello che
colloca il nostro paese ai vertici della graduatoria UE-17, in compagnia di
Estonia, Grecia, Cipro, Malta e Slovenia. Per quanto invece concerne la
componente evasione fiscale, vanno innanzitutto richiamate le recenti stime
effettuate dall'Agenzia delle Entrate, con specifico riferimento all'Iva e
all'Irap. […] Per l’insieme dei due tributi […] il vuoto di gettito creato
dall'evasione sarebbe ammontato nel solo 2011 ad oltre 50 miliardi. Una cifra
di tutto rispetto, anche se limitata ad un segmento del nostro sistema
tributario: due sole imposte che, con meno di 150 miliardi, spiegano appena un
quinto delle entrate tributarie complessive della pubblica amministrazione;
restando invece escluse altre forme di prelievo ugualmente rilevanti e “a
rischio”, come l’Irpef. […] La variabile evasione, insomma, incide
profondamente sul livello della pressione fiscale, ne falsa la corretta
percezione, distorce la sua distribuzione e rende il confronto con l’Europa più
penalizzante. […] Sotto tali profili, un’imposta come l’Irpef, è per sua natura
particolarmente esposta all'evasione: sia per l’ampiezza della base imponibile
a rischio, sia per la progressività che caratterizza le sue aliquote, sia,
infine, per il legame che si viene ad instaurare fra evasione fiscale ed
evasione da spesa sociale: l’evasore fiscale, infatti, riesce spesso a
collocarsi in posizione reddituale utile per conseguire, in aggiunta ai frutti
diretti dell’evasione, anche i benefici dello stato sociale. Questa particolare
esposizione all'evasione finisce per intaccare, fino a metterlo in discussione,
il fondamentale ruolo che l’Irpef ha assunto sin dalla sua introduzione per l’attuazione
dei principi dell’equità verticale ed orizzontale. Una conclusione, questa, che
risulta ancora più rilevante ove si consideri che la nostra principale imposta rappresenta
oggi, insieme agli assegni familiari, il principale strumento per attenuare il carico
fiscale delle famiglie a basso reddito e con un numero elevato di componenti".
Morale (si fa per dire): "l’evasione fiscale resta un fenomeno molto grave per il
sistema tributario e per l’economia del nostro paese".
Anno 2014, 34 giorni fa.
Nella relazione "Indagine sugli effetti dell'azione di controllo fiscale in termini di stabilizzazione della maggiore tax compliance" approvata dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti il 20 novembre scorso, i giudici contabili scrivono:
"L'affievolimento del sistema sanzionatorio da una parte e il
mancato potenziamento operativo dell'apparato di controllo dall'altra hanno
vanificato la razionalità teorica di un sistema fiscale basato sull'adempimento
spontaneo, quale è quello che riguarda i circa cinque milioni di contribuenti
che operano nel settore delle attività indipendenti e che sono, pertanto, in
grado di autodeterminare almeno in parte il loro grado di lealtà fiscale.
[…]
Tali andamenti contradditori denotano l'esistenza di
storiche divisioni politiche e sociali su un tema, quello del contrasto
all'evasione che, per sua natura e rilevanza, dovrebbe costituire elemento di
piena condivisione e concordanza di obiettivi.
[…]
Conclusivamente può dirsi che il sistema penale-tributario,
in assenza di un'organica riforma dell'intero sistema repressivo penale,
presenta oggi limitate possibilità di contrastare i più spregiudicati e
insidiosi comportamenti fiscali.
[…]
l'attività di controllo, così come attualmente svolta,
esercita una azione deterrente alquanto modesta e comunque di breve durata sul
comportamento successivo dei contribuenti sottoposti ad accertamento fiscale. […]
Le cause di tale insufficiente effetto deterrente sono da ricercarsi […]:
a) nel basso numero di controlli che l'Amministrazione è in
grado di effettuare annualmente rispetto al numero di contribuenti <<a
rischio>> esistenti (in media un controllo ogni trent'anni e più di
svolgimento dell'attività, almeno per la maggior parte degli operatori);
b) nell'esiguità delle sanzioni amministrative alle quali il
contribuente infedele è stato esposto, almeno finora, nell'ipotesi di
definizione bonaria dell'accertamento (pagamento di una somma pari al 16,66%
dell'imposta evasa in caso di infedele dichiarazione definita sulla base del
verbale o dell'invito al contradditorio);
c) nella scarsa efficacia delle sanzioni penali, in gran
parte dei casi destinate a restare inapplicate per prescrizione del reato o per
altre cause;
d) nell'avvenuta attenuazione delle procedure di riscossione
coattiva a causa di ripetuti interventi legislativi;
e) nella ricorrenza di condoni e sanatorie, la cui
prospettiva rende autolesionistica la condotta di chi adempie correttamente e
tempestivamente all'obbligazione tributaria.
Si tratta di uno scenario invero desolante, nel quale
la correttezza fiscale sembra affidata più alla lealtà del singolo contribuente
che ad un organico sistema di regole, alla violazione delle quali si
riconnettano adeguate e certe conseguenze sfavorevoli".
Eh sì, la società italiana è proprio disperata (e ladra).
"Dalle mie parti", cantata dalla rapper calabrese
Loop Loona (nome d'arte di Luana Crisarà).
Il video della canzone - tratta
dall'album "Senza fine" uscito il 2 luglio 2014 -
è stato pubblicato il 17 novembre seguente.
Per ingrandire l'immagine, clicca su "YouTube" in basso a destra
Il video del brano "Dalle mie parti" - cantato da Loop Loona - si apre proprio con il pensiero di Corrado Alvaro sopra citato, così commentato dalla giovane rapper (nata nel 1985 a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria):
"Il
problema è che in Italia non c’è più il dubbio [che vivere rettamente sia inutile, N.d.A.], troppe persone sono
ormai convinte che vivere in modo onesto sia inutile. Anche io, a dire tutta la
verità, qualche volta mi son trovata a pensare che l’educazione che mi hanno
dato i miei genitori al rispetto di alcuni valori e regole fosse sbagliata,
perché c’è sempre il furbo di turno che riesce a ottenere molto di più tramite
conoscenze e sotterfugi. Ma alla fine mi ritrovo sempre a fare la scelta
giusta, e non perché ho paura, ma perché credo seriamente che se riesco a
raggiungere un obiettivo con le mie forze nessuno mi potrà togliere quello
che è mio, e soprattutto non sarò ricattabile. Questo è un punto fondamentale
per me: quanti di quelli che adesso ricoprono posti rilevanti non sono
ricattabili?".
Parole sante.
Nessun commento:
Posta un commento