sabato 25 gennaio 2020

DOVE CI SI SENTE A CASA, C'E' PATRIA


"Quella casa gli apparteneva, 
e prima era appartenuta 
a suo padre, a suo nonno, al suo bisnonno, e anche ai bisavoli 
poiché la costruzione risaliva all'inizio del Diciottesimo secolo. 
Anche la mia famiglia possedeva un tempo una bella casa in montagna. 
Ma per i miei era un focolare, e un manifesto architettonico; 
per i suoi, era una patria. 
Mourad vi aveva sempre provato una sorta di plenitudine, 
quella degli uomini che sanno che un paese gli appartiene. 
Io, dall'età di tredici anni, mi sono sempre sentito un invitato ovunque. 
Spesso accolto a braccia aperte, talvolta appena tollerato, 
ma da nessuna parte abitante con pieno diritto. 
Sempre diverso, fuori posto, 
per il mio nome, il mio sguardo, il mio aspetto, 
il mio accento, la mia appartenenza reale o supposta. 
Incurabilmente straniero. 
Sulla terra natia come in seguito sulle terre di esilio"

Amin Maalouf, "I disorientati", Bompiani, 2013 
(titolo originale "Les désorientés"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2012).




"Ogni uomo ha il diritto di partire, 
è il suo paese che deve persuaderlo a restare, 
checché ne dicano i politici magniloquenti. 
<<Non chiederti ciò che il tuo paese può fare per te, 
chiediti ciò che puoi fare tu per il tuo paese>>. 
Facile a dirsi quando sei miliardario 
e sei diventato presidente degli Stati Uniti d'America a quarantatré anni! 
Ma quando 
nel tuo paese 
non puoi 
né lavorare, 
né curarti, 
né trovare un alloggio, 
né istruirti, 
né votare liberamente, 
né esprimere la tua opinione, 
e nemmeno circolare per le strade a tuo piacimento, 
quanto vale l'adagio di John F. Kennedy? 
Non un granché! 
Tocca prima 
al tuo paese 
mantenere nei tuoi confronti un certo numero di impegni. 
Che tu vi sia considerato un cittadino a pieno titolo, 
che tu non vi subisca né oppressione, né discriminazione, né privazioni ingiuste. 
Il tuo paese e i suoi dirigenti 
hanno l'obbligo di 
assicurartelo; 
altrimenti, tu non devi loro niente. 
Né attaccamento al suolo natio, né saluto alla bandiera. 
Al paese in cui puoi vivere a testa alta 
dai tutto, sacrifichi tutto, anche la tua stessa vita; 
a quello in cui devi vivere a testa bassa, 
non dai niente. 
Si tratti del tuo paese di accoglienza o del tuo paese di origine. 
Magnanimità chiama magnanimità, 
indifferenza chiama indifferenza, 
e disprezzo chiama disprezzo. 
Questa è la carta degli esseri liberi 
e personalmente non ne riconosco un'altra"     

Amin Maalouf, "I disorientati", Bompiani, 2013 
(titolo originale "Les désorientés"
letteralmente così come tradotto nell'edizione italiana, 2012).

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