In merito al
cd. "decreto svuota carceri" del Guardasigilli Paola Severino, è
interessante leggere un provvedimento del Gip di Paola (Cosenza) Giuseppe
Battarino datato 3 gennaio 2012. Riguarda il
caso di un individuo arrestato in flagranza di reato (furto pluriaggravato) e
posto agli arresti domiciliari dal Pm in attesa della pronuncia del Gip sulla
convalida dell'arresto.
Il testo che
qui interessa è il decreto con cui il dott. Battarino ha fissato l'udienza di
convalida (presso il Palazzo di Giustizia di Paola): si tratta di una delle
prime pronunce giurisdizionali sul decreto-legge 211/11 (lo "svuota
carceri", appunto).
Il Gip si sofferma sulle modifiche apportate dal ministro Severino all'art. 123 delle
norme di attuazione del Codice di Procedura Penale (D. Lgs. 271/89),
riguardante il luogo ove celebrare l'udienza di convalida.
La norma
prevedeva che essa si svolgesse presso il sito di custodia
dell'arrestato, a meno che vi fossero motivi di necessità o urgenza
"specifici": in tal caso, il Gip (con una semplice disposizione
organizzativa) poteva disporre la comparizione dell'arrestato davanti a sé
in Tribunale.
Ora, invece, il
decreto del governo Monti fa riferimento a "eccezionali" motivi di
necessità o urgenza e obbliga il Gip a emanare un "decreto motivato"
(cioè un provvedimento di natura giurisdizionale).
Nel caso di specie
posto alla sua attenzione, sentendo l'esigenza di fornire un'interpretazione concretamente praticabile della nuova norma e coerente
con il sistema processuale, il giudice Battarino riconosce la sussistenza di "eccezionali"
motivi di necessità (come richiesto dalla norma Severino), decretando dunque
che l'arrestato compaia davanti a sè nel Palazzo di Giustizia di Paola.
Il primo aspetto interessante da sottolineare è che il principale motivo
"eccezionale" riscontrato è la condizione strutturale del Tribunale di Paola: poichè il
domicilio dell’arrestato si trova in montagna a 70 km dal Tribunale, l'unico
Gip in servizio di turno per le urgenze e l'unico cancelliere destinato
alle medesime funzioni dovrebbero assentarsi dalla sede
giudiziaria per almeno 4/5 ore per espletare un solo atto. Pena:
interruzione del servizio giudiziario in sede. Battarino ricorda che in tale
drammatica situazione, dovuta alla scarsità di risorse e all'ampiezza del
Circondario (130 km), è analoga a quella di almeno l’80% dei Tribunali
italiani.
Dopo aver ricordato il
misero stato in cui versa la giustizia italiana (che la casta politica si guarda bene dal risolvere), Battarino torna a occuparsi del decreto cd.
"svuota carceri", accennando a "sospetti di contrasto con norme
di livello superiore". E qui arriviamo al secondo aspetto degno di nota. Esplicitando la propria valutazione giuridica, il Gip di
Paola ritiene che la norma "può essere sospettata di violare l’art. 23
della Costituzione". Infatti, chiedendo al detenuto di mettere a
disposizione la propria abitazione affinchè il giudice e chi lo assiste vi
organizzino una camera di consiglio (salvo "eccezionali motivi"), si impone all'arrestato una prestazione
personale che, per essere legittima, deve essere espressamente prevista dalla
legge (cosa che non fa il decreto-legge del governo Monti). Non solo. Battarino
ritiene si possano porre questioni di legittimità per quanto
riguarda l’intero impianto normativo del decreto legge, in relazione:
- all'art. 81, c. 4
della Costituzione (ovvero alla mancata copertura economica della norma,
derivante dal fatto che per le attività di polizia giudiziaria non
tiene contro del coinvolgimento di altri Ministeri - come la Difesa e
l'Economia - e del maggior costo delle
continue trasferte di magistrati, cancellieri e autisti rispetto alle
scorte coordinate di Polizia penitenziaria);
- all’art. 5, c. 1,
lett. c) e c. 3 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti
dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (secondo cui ogni persona arrestata deve
essere condotta il prima possibile dinanzi a un giudice, cioè deve essere materialmente sottratta alle forze dell'ordine
che l’hanno privata della libertà).
Come la mettiamo se
anche il governo "tecnico" dei "professori" vara norme che,
appena approvate, sono già riconosciute passibili di incostituzionalità e
illegittimità comunitaria?
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