"In una bella notte di luglio
[...] ha inizio la luna di miele di Florence Ponting e Edward Mayhew,
ricca e promettente violinista lei,
modesto e promettente storico lui,
entrambi nuovi
alle vie dell'amore.
I due giovani
si amano molto e,
nel trepidante preludio
alla prima notte di nozze,
molto se lo ripetono, ma il loro discorso amoroso non va oltre.
Mancano
a Florence le parole per dire la vergogna e il disgusto che prova al pensiero pur vago di quanto l'attende sotto le coperte ben tese del letto d'albergo, proprio mentre si sforza di non deludere le aspettative del marito;
e mancano
a Edward le parole per dire l'ansia di non riuscire a contenere l'impazienza e la paura di non saper interpretare i segnali di un corpo sconosciuto e misterioso quanto un'altra galassia.
[...] è all'insegna della contesa inibita [...] che Florence e Edward conducono in silenzio il loro delicatissimo negoziato.
Occorrerebbe una parola, un solo gesto, per distendere il groviglio e ricordare ai due sposi perché sono lì.
Occorrerebbe una parola per impedire alla frustrazione di tramutarsi in fallimento, il fallimento in rabbia, la rabbia in amarezza"
Ian McEwan, "Chesil Beach", Einaudi, 2007, alette anteriore e posteriore
(titolo originale "On Chesil Beach", letteralmente "A Chesil Beach", 2007).
"[...] in due giovani
tanto innamorati e brillanti nei rispettivi talenti,
quanto ignoranti
nelle questioni amorose,
l'innocenza può trasformarsi in
una zavorra rabbiosa e fatale"
Ian McEwan, "Chesil Beach", Einaudi, 2007,
quarta di copertina
(titolo originale "On Chesil Beach",
letteralmente "A Chesil Beach", 2007).
"Possibile che le ci fosse voluto tanto tempo per rendersi conto di
non possedere una facoltà mentale semplicissima, che tutti avevano,
un meccanismo talmente comune
da non essere mai nominato,
un immediato rapporto sensuale
verso uomini e cose,
nonché verso
i propri bisogni e desideri?
Per tutti quegli anni Florence curiosamente si era isolata
in se stessa da se stessa,
senza volere né osare guardarsi indietro"
"Edward la baciò e le disse che
era la persona più fuorimoda di tutto l'Occidente.
<<Eppure mi ami>> fece lei.
<<No, perciò ti amo>>"
Ian McEwan, "Chesil Beach", Einaudi, 2007
(titolo originale "On Chesil Beach", letteralmente "A Chesil Beach", 2007).
"<<Lo sai che ti amo.
Tanto, tantissimo.
E io so che tu mi ami.
Non ne ho mai dubitato.
Mi piace stare con te,
e voglio passare
il resto della vita
al tuo fianco,
e tu dici sempre
che per te è lo stesso. Dovrebbe essere così facile!
E invece non lo è affatto:
siamo in un pasticcio, come hai detto tu.
Nonostante il nostro amore.
So anche che è tutta colpa mia,
ed entrambi sappiamo a cosa mi riferisco.
A questo punto devi aver capito che...>>.
Ebbe un'esitazione;
lui fece per parlare, ma Florence lo fermò alzando una mano.
<<...che sono un disastro, un disastro assoluto in fatto di sesso.
Non mi manca solo l'esperienza,
è proprio che a quanto pare non ne sento il bisogno, come tutti gli altri,
te compreso.
Semplicemente non fa per me.
Non mi piace, detesto il pensiero.
Non me lo so spiegare, ma non credo che le cose cambieranno. Non subito. O perlomeno non riesco a immaginare che possano diventare diverse.
E se non parlo chiaro adesso, continueremo a farci la guerra su questo fronte, e tu ne soffrirai moltissimo, e anch'io.
[...] Ho pensato tanto a quello che sto per dirti, e non è stupido come sembra. A sentirlo per la prima volta, intendo.
Noi due ci amiamo - questo è il dato di fatto. Nessuno ne dubita.
Sappiamo di essere in grado di renderci felici.
Ora siamo liberi di scegliere quello che ci sta bene, per la nostra vita.
Dico davvero: nessuno ha il diritto di dirci come vivere.
Siamo liberi, no?
E ormai la gente vive in tanti modi diversi, dandosi principi e regole senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Mamma conosce una coppia di omosessuali: dividono un appartamento, come marito e moglie. Due uomini. [...] Vivono indisturbati.
Anche noi possiamo inventarci le nostre regole, no?
Mi sento di parlare così, perché sono certa che tu mi ami.
Insomma, ecco, Edward, io ti amo,
e non trovo che dobbiamo essere per forza come gli altri...
e poi, chi, chi mai...
chi mai verrebbe a sapere che cosa facciamo o non facciamo?>>"
Ian McEwan, "Chesil Beach", Einaudi, 2007
(titolo originale "On Chesil Beach", letteralmente "A Chesil Beach", 2007).
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